da MyPepper.it|Pubblicato –Aggiornato
La buona concimazione del Peperoncino è di fondamentale importanza, scopriamo cosa fare e cosa NON fare
Una corretta concimazione è essenziale per avere piante sane, ricche di fiori e stracolme di frutti.
Intanto va sfatato il mito secondo cui le piante di peperoncino siano delicate o difficili da coltivare: non è assolutamente vero, la pianta di peperoncino è solitamente forte e con “la pellaccia”, se concimata a dovere saprà regalare grandi soddisfazioni anche ai meno esperti.
Ma è anche vero che, come per tutte le piante del resto, una concimazione sbagliata o assente non potrà che portare alla morte dei nostri vegetali, sopratutto se questi sono coltivati in vaso.
Se la coltivazione “a terra” può far sopravvivere le piante anche a coloro che hanno il “pollice nero”, grazie ai nutrienti presenti nel terreno, con quella in vaso non c’è scampo: se non ce ne occupiamo noi le nostre piantine non avranno possibilità di trovare i nutrienti necessari per le varie fasi vegetative!
Vediamo dunque a cosa fare attenzione, quali tipi di fertilizzanti utilizzare e in quali momenti.
Differenze tra i concimi e i macronutrienti
Quando andrai dal tuo negozio di fiducia per cercare il giusto fertilizzante, vedrai campeggiare sempre i valori relativi ai macronutrienti presenti.
Tutti i concimi indicano tre numeri, il cui ordine è SEMPRE N=Azoto; P=Fosforo e K=Potassio, i numeri indicano la percentuale dei tre macronutrienti principali per ogni 100Kg di prodotto.
Un concime “5-5-5” avrà quindi il 5% di Azoto, il 5% di Fosforo e il 5% di Potassio. Il resto sarà composto principalmente da acqua e micronutrienti.
Vediamo ora qual è la funzione dei tre macronutrienti principali.
- Azoto (N): l’azoto svolge molte funzioni nella pianta, in particolare è fondamentale per la crescita e la rigenerazione cellulare. In caso si carenza di azoto le piante faranno fatica a crescere e svilupparsi, rendendo molto difficoltosa la produzione di fiori e frutti. In caso contrario invece, se l’azoto è troppo abbondante, avremo fioriture molto abbondanti ma premature, frutti preoci e fusti molto deboli: un insieme di fattori che solitamente portano la pianta ad indebolirsi ed essere più facilmente vittima di parassiti e malattie del fusto.
- Fosforo (P): Il fosforo ha una funzione estremamente importante: aiuta la pianta nella funzione di accomulazione energetica e stimola la formazione dell’apparato radicale, ma prima ancora è il principale motore della fotosintesi. E’ chiaro quindi che il fosforo è necessario fin dai primi momenti fino alla fioritura. In caso di carenza di fosforo la pianta comincerà a presentare foglie di piccole dimensioni; steli e fusti estremamente fragili; radici poco sviluppate; fioriture estremamente rade o assenti. Un segno tipico è il colore delle foglie che vira verso il bluastro con una evidente “macchiatura”, le foglie più vecchie inolte cominciano ad incurvarsi e a divenire molto scure. L’eccesso di fosforo non è molto frequente (le piante lo assimilano molto velocemente) ma, nel caso questo si presentasse, non da segnali evidenti e proprio per questo è decisamente pericoloso. L’eccesso di fosforo infatti si presenta in maniera indiretta: la pianta comincia a soffrire la carenza degli ALTRI macronutrienti a causa dell’abbondanza di fosforo, portando il coltivatore sulla strada sbagliata. Fortunamentamente, come detto, è estremamente raro che ciò accasa.
In sintesi: il fosforo è ideale per una buona fioritura e per garantire che i fiori “alleghino” a dovere (cioè che dal fiore cominci a nascere un frutto).
- Potassio (K): Il potassio è il micronutriente che sostiene la pianta e che ne favorisce l’efficienza idrica. Grazie al potassio la pianta cresce più forte e con una migliore resistenza alle intemperie di ogni genere: Malattie; parassiti; sbalzi di temperatura; freddo, etc etc. In caso di carenza di potassio, la pianta diventa debole e le radici cominciano ad ingiallirsi e diventare fragili, inoltre peggiora drasticamente l’afflusso di acqua all’interno della pianta. L’eccesso di potassio, invece, provoca l’innalzamento del residuo fisso all’interno della linfa, un po’ come se ci obbligassero a bere molta acqua estremamente dura e calcarea, questo porta ad un eccesso di salinitià, alla formazione di ispessimenti interni e al conseguente mal assorbimento delle altre sostanze benefiche.
I semi di peperoncino nel semenzaio vanno concimati?
Partiamo da un presupposto: la natura sa quel che fa. Per questo motivo, visto che i semi devono produrre una piantina alla prima occasione utile, al loro interno sono già presenti tutti i nutrienti necessari.
Assicuriamoci quindi di utilizzare un terreno da germinazione che, tipicamente, funge da sostegno ed è praticamente privo di nutrienti. Fertilizzare nella fase di germinazione non è necessario e può anche essere dannoso in quanto si potrebbero bruciare i semi impedendogli di germinare.
Quando nascono le piantine
Alla fine della germinazione, quando le piantine di peperoncino iniziano a crescere e si fanno strada verso la maturità, cominciano ad aver bisogno dei primi nutrienti.
Le neonate piantine di peperoncino, tuttavia, dovrebbero essere fertilizzate solo leggermente, sono ancora relativamente piccole e non hanno bisogno di molte sostanze nutritive.
In questa fase è consigliabile l’utilizzo di concimi NPK 5-5-5 o, al massimo, di concimi leggermente sbilanciati sull’azoto.
Al momento del rinvaso
Una volta che le piantine hanno cominciato a crescere in modo significativo e quando le condizioni climatiche lo permettono, è ora di trapiantarle nella loro nuova casa.
A questo punto – siccome le piante stanno diventando più grandi e perché l’obiettivo è farle fiorire e stimolare la produzione di frutti – il fabbisogno di nutrienti delle piante di peperoncino aumenta.
Una nota di cautela a questo punto è necessaria: in questa fase troppo azoto rispetto agli altri nutrienti può stimolare la pianta di peperoncino a produrre principalmente fusti lunghi, grandi chiome piene di foglie, ma pochi fiori e nessun frutto. Per evitare questo problema, concima il nuovo terriccio con un fertilizzante con una minore percentuale di azoto, ad esempio un 5-10-10.
Dalla fioritura ai frutti
Una volta che le piante di peperoncino avranno fatto i fiori e prodotto un buon numero di piccoli frutti, sarà giunto il momento di effettuare una nuova concimazione. Come?
Dipende da come avranno risposto le piante alle concimazioni precedenti: se le piante presentano poche foglie, aumenta le dosi di azoto, se invece le foglie sono abbondanti ma fiori e frutti latitano, usa concimi più sbilanciati in Fosforo e Potassio.
Ricorda una cosa importante: se la pianta non mostra problemi vuol dire che ha tutti i nutrienti necessari! Esagerare con la concimazione può portare all’effetto contrario, piante “stanche”, fiori che cascolano, frutti che non maturano o che rimangono piccoli.
Una delle cose più importanti e che ti consigliamo di fare il più spesso possibile è quella di “ascoltare ” le tue piante. Guardale, osservale, controlla le foglie, i fiori, ogni giorno. Solo così potrai notare cambiamenti che indicano una qualche carenza.
Terremo aggiornata questa guida, resta sintonizzato!
Adesso che sai come concimare le tue piante di peperoncino non ci resta che augurarti un copioso raccolto!
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